Risonanze. Le voci d’Appennino

Risonanze

Le voci d’Appennino

Per narrare un territorio non si attinge soltanto alla storia ma anche alla fantasie e alle leggende, al racconto popolare, che è per sua natura orale.

Ci si perde al caleidoscopio delle voci dei personaggi che vi hanno abitato e che sono stati a contatto diretto con la  sua natura.

Il racconto del monologo Risonanze – Le voci d’Appennino non ha solo un suo filo narrativo logico da seguire, ma obbedisce ad una dettatura invisibile ma viva: è quella dei suoni e delle lingue parlate, dei modi di dire dialettali che conservano con efficacia immagini, volti, voci, persone e legami di un mondo difficile ormai da afferrare.

Attraverso la voce di un attore e la fisarmonica di un musicista si racconta la storia di un angolo, l’Oltrepò Pavese, che è lo spicchio più settentrionale di quell’Appennino che percorre tutta la penisola, una sorta di spina dorsale che  unisce l’Italia.

L’Oltrepò, Appennino di Lombardia, è una sintesi di questo territorio: i suoi personaggi fanno rivivere l’anima segreta di luoghi in cui si è fatta la storia. Qui sono transitati  gli elefanti di Annibale e le legioni romane, i Longobardi e gli altri popoli che irrompono al crollo dell’impero e Carlo Magno fondatore di un nuovo ordine. E poi i pellegrini e i crociati diretti verso l’Oriente e  i mercenari come John Hawkwood, quel Giovanni l’Acuto terrore dei borghi d’Oltrepò.

Ma le risonanze delle voci d’Oltrepò, e dunque di Appennino, sono anche quelle dei più umili: i contadini e i vignaioli, i cantinieri e i narratori di paese, eredi dei cantastorie e dei trovatori provenzali che al tempo di Dante furono ospitati proprio nel severo castello di Oramala, posto a presidio della Valle Staffora.

La narrazione diventa uno strumento coinvolgente per far vivere  storia e memoria: non per nostalgia ma per amore di una terra da guardare con fiducia, perché capace di far incontrare la magia del passato con la paziente e innovativa energia che apre il passo al futuro.

Risonanze, LE VOCI D’APPENNINO (DIE STIMMEN DES APENNIN) con Davide Ferrari e Giacomo de Barbieri è lo spettacolo di narrazione territoriale dell’Oltrepò realizzato da Oltrepo(bio)Diverso. 

Presentato per la prima volta a Montecalvo Versiggia, nel piazzale del Museo del Cavatappi, nel giugno del 2018, riprende il suo cammino e giunge in Germania, al Museo Kestner di Hannover in occasione della XVII settimana della Lingua Italiana nel Mondo e subito dopo a Hildesheim e Osnabrück.

Ecco il trailer!

Vi interessa portare lo spettacolo nelle vostre comunità? Contattateci all’indirizzo info@attivaree-oltrepobiodiverso.it